L’arte rupestre della Valtellina Centrale – B

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Tresivio

TRACCE no. 9 – by Silvana Gavaldo


2nd International Congress of Rupestrian Archaeology
2-5 October 1997 DARFO BOARIO TERME
L’arte rupestre della Valtellina Centrale (Sondriese e Valmalenco).
La cittadina di Tresivio è già nota al mondo archeologico per il rinvenimento di una stele con iscrizione in alfabeto nord-etrusco…

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B) Le armi di Tresivio

La cittadina di Tresivio, situata a circa 500 m s.l.m. sulla sponda destra dell’Adda, è già nota al mondo archeologico per uno scavo con reperti dell’età del Rame, del Bronzo antico e del Ferro e per il rinvenimento di una stele con iscrizione in alfabeto nord-etrusco, attribuita al periodo della romanizzazione. In seguito ad una segnalazione della Comunità Montana di Sondrio, il ns. Dipartimento ha rinvenuto quattro superfici istoriate: mentre due rocce (R 3 e 4) presentano incisioni di dischi a croce centrale e segni schematici, le altre (R 1 e 2) riportano un eccezionale insieme di figurazioni di armi, ascrivibili ad un arco di tempo non molto ampio, tra la fine dell’antica e la media età del Bronzo (attorno al XVII sec. a.C. in date calibrate).

Tra queste due superfici la più importante cultualmente è sicuramente la R 1: costituita da un imponente lastrone fortemente inclinato e, purtroppo, gravemente fratturato in alcuni punti, essa presenta 3 nuclei principali d’istoriazione (settori A, B, E) e due secondari (sett. C, D).

Le incisioni sono in genere eseguite con grande cura; la prevalenza è costituita da armi, asce e pugnali, associati tra loro e con altri segni. Di particolare interesse due figure simboliche nel sett. A: una, centrale rispetto all’estensione della superficie, presenta un’impugnatura, si sviluppa “a ventaglio” o ad archi concentrici e può ricordare alcune figure idoliformi (Peña Tu, in Cantabria, per esempio) anche per la stretta connessione con armi; l’altra, all’altro capo del settore, appare come una bipenne su cui si innalza un elemento verticale con tre barre trasversali, racchiuso da una linea.

Tra queste due incisioni si colloca il pannello più complesso e interessante della superficie, in una posizione centrale che ben evidenzia il ruolo preminente che il settore doveva avere. Di grande interesse la presenza di un antropomorfo orante, affine alle figure di Castione, in posizione correlata con il settore centrale. Le armi raffigurate nel pannello sono strettamente associate tra loro: ricorrente l’abbinata ascia-ascia o ascia-pugnale, più rara ma comunque rilevante l’associazione di più asce; l’insieme si rivela omogeneo nella concettualità della composizione, al di là delle varietà di foggia delle armi e delle diverse fasi d’istoriazione.

La sicura datazione delle istoriazioni di Tresivio è resa possibile dalla precisione del disegno: le asce più riconoscibili sono a taglio molto espanso o a paletta; nei pugnali, almeno 4 sono di tipo alpino, il che rende le incisioni confrontabili con reperti archeologici rinvenuti sia nella stessa Valtellina (Tirano, Piani di Spagna), che nell’area delle Alpi centro-orientali (in particolare un pugnale da Ledro), i quali indicano contatti più con l’Europa centrale che con l’area padana. Altre tipologie di asce, più generiche, rimandano comunque a fasi successive dell’età del Bronzo.

L’eccezionalità del rinvenimento di Tresivio è data sia dall’ epoca dell’istoriazione che dalla tipologia delle figure, un unicum per la Valtellina e una rarità nell’arco alpino in generale. Armi isolate dell’età del Bronzo, non impugnate, in composizioni anche complesse si ritrovano solo raramente nell’arte rupestre: il confronto più immediato per la concettualità dell’insieme, gli schemi compositivi e la tipologia delle figure è con le coeve scene rupestri della Valcamonica (Luine di Darfo-Boario Terme, in particolare sulle R 35 e 39 e Foppe di Nadro, R 22-23), vi sono raffronti anche con alcune incisioni del lago di Garda orientale (Monte Baldo e Castelletto), della Val d’Aosta (La Barme, dove compare un simile elemento simbolico ad archi concentrici) e del Monte Bego, a testimonianza dell’esistenza di un ampio respiro simbolico-cultuale nel periodo.

Si apre peraltro il problema del significato da attribuire a queste incisioni di Tresivio, il cui contesto religioso è sicuramente comune a tutto il fenomeno “arte rupestre”. Esse sembrano proseguire in parte la concettualità tardo-calcolitica per quanto riguarda il valore dell’arma come emblema e simbolo (e non andrebbe affatto dimenticata la forte presenza in Valtellina di una profonda tradizione incisoria dell’età del Rame, il cui contenuto cultuale e simbolico non può essersi dissolto senza lasciare tracce). L’associazione frequente ascia-pugnale o ascia-ascia e la presenza dei due enigmatici simboli aggiungono nuovi stimolanti elementi allo studio interpretativo.

Silvana Gavaldo
Dipartimento Valcamonica e Lombardia
del Centro Camuno di Studi Preistorici
piazza S. Maria 8 25040 Braone (BS) – ITALIA
voice-fax +39-364-433.621

Tresivio, roccia 1, settore A, rilievo del pannello centrale (rilievi del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici)

Bibliografia
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ANATI E., 1982. Luine, collina sacra, Capo di Ponte
ANATI E., CITTADINI T., DAUDRY D., PELLISSIER E., 1976. Arte rupestre presso Valtournanche (V. d’Aosta), BCSP, 13-14, pp. 203-208
ANATI E., DAUDRY D., 1971. La roccia istoriata di Chenal: nota preliminare, Bulletin d’Etudes préhistoriques alpines, vol. III, pp. 75-83
AA.VV., 1988. Il parco delle incisioni rupestri di Grosio e la preistoria valtellinese, Atti del I Convegno archeologico provinciale, Grosio 25-27 Ottobre 1985, Sondrio
AA.VV., 1989. Valtellina e mondo alpino nella preistoria, a cura di R. Poggiani Keller, catalogo della mostra, Milano 31 Ottobre – 7 Dicembre
PASOTTI M., 1964-65. Incisioni rupestri sul lago di Garda, in BCSP, vol. 1, pp. 65-72

PASOTTI M., 1970. Nuove incisioni rupestri del lago di Garda, in AA.VV. Valcamonica Symposium. Actes du Symposium International d’Art Préhistorique, Valcamonica, 23-28 Sett. 1968, Capo di Ponte, pp.151-166.


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